martedì 8 maggio 2012



Lo scudetto dell'imponderabile
A Trieste dalla tensione alla festa

Il 2-0 sul Cagliari in una delle partite più brutte dei bianconeri. Ma il finale è un rito collettivo





TRIESTE - Lo scudetto dell’imponderabile avviene a Trieste, città magica e mitteleuropea. Lo scudetto numero 28 (numero 30 per i dirigenti, giocatori e tifosi, che però, almeno nei primi momenti della festa non si fissano su questo, ci sarà tempo) della Juventus arriva con il 2-0 sul Cagliari, con un gol di Vucinic, decisivo come voleva Conte in questa fase finale di stagione, e con un’autorete (bella da un punto di vista tecnico, seppur iellata) di Canini.
Juventus: la marcia trionfale foto per fotoJuventus: la marcia trionfale foto per foto Juventus: la marcia trionfale foto per foto Juventus: la marcia trionfale foto per foto Juventus: la marcia trionfale foto per foto
DAL TUNNEL DELLA STORIA - È stata strana questa serata scudetto, con la festa esplosa veramente al 3-2 dell’Inter, nel finale, quando anche la compassata panchina della Juve scatta in piedi. È stata una festa non così partecipata come ci si aspettava. Lo stadio è semi-vuoto, dove sono tutti quelli che dovevano venire a festeggiare? Forse non ci credevano? La Juventus esce dal tunnel della storia dov’era finita nel 2006. Questo per lei è un nuovo inizio, come dice Antonio Conte.



A guardare questa festa neanche così esagerata, sembra che i tifosi della Juventus più che gioire per lo scudetto rifiatino, come se questo successo, questo titolo, il primo dopo la tempesta, più che da festeggiare sguaiatamente sia da conservare, da capire, da mettere via. Più che una festa è un rito catartico collettivo. Lo scudetto non è il significato, ma il mezzo per arrivarci: il significato è che la Juventus è ancora capace di vincere, non rischia di finire a contemplare gli annali, con il tempo inesorabile che passa.
Juve e Milan, il duello a distanzaJuve e Milan, il duello a distanza Juve e Milan, il duello a distanza Juve e Milan, il duello a distanza Juve e Milan, il duello a distanza
LA FIRMA DI CONTE - È stata una delle partite più brutte della Juve. Ma una finale, una partita come questa non può mai essere bella. Non c’è spazio per i ricami (visti anche dei palloni in tribuna) e neanche per Del Piero, nella partita scudetto. Però questo titolo l’ha vinto anche lui, eccome, come Buffon, perdonato e invocato dalla folla, come Pirlo e via così, con tutto l’equipaggio. È lo scudetto di tutti i bianconeri, ma il primo nome in calce è quello di Antonio Conte.

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