martedì 8 maggio 2012

I probiotici funzionano davvero
«contro» gli effetti collaterali degli antibiotici

I fermenti lattici riducono il rischio di diarrea associata all’uso di questi farmaci. Lo yogurt li contiene naturalmente

nuovo studio
I probiotici funzionano davvero
«contro» gli effetti collaterali degli antibiotici
I fermenti lattici riducono il rischio di diarrea associata all’uso di questi farmaci. Lo yogurt li contiene naturalmente

ProbioticiProbiotici
MILANO - Si chiamano probiotici, fermenti lattici per gli amici: secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono «organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell'ospite.» È necessario premettere che ci sono probiotici e probiotici: alcuni alimenti, come lo yogurt, li contengono naturalmente; ci sono poi integratori e derivati del latte arricchiti di probiotici; da ultime le vere e proprie preparazioni medicinali in capsule, fiale o bustine dove i fermenti lattici a dosi alte sono attivi in soluzione o liofilizzati. Bisogna anche aggiungere che sulla quantità adeguata e su benefici un po’ generici si gioca forse qualche equivoco a scopo commerciale. Mentre lo studio pubblicato sul Journal of American Medical Association ha indagato una situazione decisamente più circoscritta, la diarrea provocata dall’uso di antibiotici, e l’efficacia dei probiotici in capsule, fiale o bustine nell’evitarla. E il verdetto è favorevole.
COSA DICONO GLI STUDI - «I disturbi di stomaco o intestino, il più temuto dei quali è la diarrea, affliggono un paziente su tre che assume antibiotici. Questi farmaci turbano gli equilibri nel lume intestinale distruggendo la flora normalmente presente. In alcuni casi prendono il sopravvento germi nocivi come il Clostridium difficile e la diarrea può diventare particolarmente grave, specie in anziani e bambini». Siega Susan Hempel dell’Università di Santa Monica che ha diretto lo studio. «Almeno in teoria, la somministrazione di microrganismi probiotici è in grado di arginare questo fenomeno e alcuni studi già l’hanno dimostrato; con la nostra indagine abbiamo voluto confermarlo sui grandi numeri mettendo insieme i risultati pubblicati negli ultimi 30 anni». Nei 63 studi selezionati che comprendevano quasi 12.00 persone trattate con antibiotici, la frequenza della diarrea si è ridotta del 40% grazie alla somministrazione di fermenti lattici per 1-3 settimane, più o meno la stessa durata della terapia antibiotica. Il fatto importante è che si trattava sempre di studi controllati, quelli cioè in cui l’efficacia del trattamento, in questo caso la somministrazione di probiotici, in un gruppo di persone si ricavava dal confronto con un altro gruppo di persone con caratteristiche simili che non ricevevano alcuna medicina.
QUALI PROBIOTICI E A CHI - «Per spiegare in termini molto pratici l’entità del beneficio, basta dire che per risparmiare a un paziente un episodio di diarrea da terapia antibiotica, basta dare i fermenti lattici a 13 pazienti. Per chi ha un po’ di confidenza con la statistica medica sono numeri molto piccoli che giustificano ampiamente la prescrizione, tanto più che i costi sono ridotti e di effetti collaterali non si parla neanche» sottolinea la Hempel. L’indagine ha anche evidenziato che l’effetto preventivo sulla diarrea è presente sia nell’adulto sia nel bambino. L’efficacia in età pediatrica era già stata anticipata nel novembre scorso da una revisione della Cochrane Collaboration, la rete internazionale indipendente e no-profit che valuta criticamente l’efficacia dei farmaci e di altre terapie. Non emerge invece un chiaro beneficio per gli anziani, ma la studiosa precisa: «Molto probabilmente disponevamo di una casistica limitata e ci vorranno altri studi. Allo stesso non è stato possibile chiarire quale classe di antibiotici fosse più aggressiva e quale ceppo di probiotici fosse efficace.» Per ora bisogna accontentarsi di sapere che i fermenti lattici nel complesso funzionano; ricordando di prenderli a distanza di circa 2 ore dagli antibiotici che altrimenti potrebbero annientarli prima che colonizzino l’intestino.

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